PREMIO COMEL VANNA MIGLIORIN
SELEZIONATI I 13 FINALISTI
È arrivato il momento che tutti gli iscritti al Premio COMEL “Alluminio sotto la superficie” e gli appassionati che seguono il concorso ormai da anni stavano aspettando: dopo un lungo dibattito, la giuria ha selezionato le 13 opere finaliste che saranno esposte presso lo Spazio COMEL di Latina dal 26 ottobre al 16 novembre 2024.
È stata una scelta difficile vista la qualità dei lavori iscritti e la dedizione che tutti gli artisti hanno dimostrato: sono state presentate circa 300 opere, realizzate per lo più nel 2024 espressamente per il concorso, provenienti da Italia, Francia, Spagna, Germania, Grecia, Bulgaria, Polonia, Irlanda, Slovacchia, Olanda, oltre ad artisti provenienti da Sud Africa, Usa, Cina, Corea che purtroppo, secondo quanto stabilito dal bando, non possono partecipare. L’organizzazione del Premio COMEL, estremamente soddisfatta, vuole ringraziare quanti hanno affrontato la sfida con l’alluminio con rigore tecnico e intimo coinvolgimento: un atteggiamento davvero apprezzato.
Anche quest’anno, dunque, si potranno ammirare 13 modi diversi di lavorare l’alluminio, 13 tecniche differenti, 13 universi artistici che si dischiudono per andare “sotto la superficie” e raccontare qualcosa di profondo e personale, che siano ricordi, sensazioni, pensieri che toccano corde del sentire umano molto intime.
Anche in questa edizione l’Italia è rappresentata dal nord al sud e anche l’Europa entra in maniera decisa nella rosa dei lavori ritenuti più interessanti. Il vincitore dell’edizione si poterà a casa un premio in denaro di 3500 euro e la possibilità di esporre in una personale a Latina, anche i visitatori della mostra saranno protagonisti votando le opere preferite e decretando il vincitore del Premio del Pubblico.
I 13 finalisti:
Sasho Blazes (Ocrida, Macedonia); Maria Elena Bonet (Sant’Elia Fiumerapido, FR, Italia); Massimo Campagna (Napoli, Italia); Stefania De Angelis (Roma, Italia); Rebecca Diegoli e Francesca Vimercati (Pavia e Besana in Brianza, Italia); Gianluigi Ferrari (Altilia, CS, Italia), James Fausset Harris (Gedda, Arabia Saudita/Carrara, MS, Italia); Robert Hromec (Bratislava, Slovacchia); Rosy Losito (Bari/Latina, Italia); Dimitar Minkov (Pleven, Bulgaria); Gloria Rustighi (Massa, MS, Italia); Karolina Stefańska (Cracovia, Polonia); Achilles Vasileiou (Atene, Grecia).
I giurati:
Giorgio Agnisola, presidente di giuria e direttore artistico del premio critico d’arte e scrittore, professore emerito di arte sacra e beni culturali presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. Ad affiancarlo esperti del settore: Alessandro Beltrami, storico dell’arte e giornalista professionista del quotidiano ‘Avvenire’; Bruna Esposito, artista, ricercatrice e docente di tecniche per la scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma; Stefano Taccone, critico, curatore, docente di Storia dell’arte nella scuola secondaria di secondo grado e dottore di ricerca in Metodi e metodologie della ricerca archeologica e storico-artistica presso l’Università di Salerno; Maria Gabriella Mazzola in rappresentanza della COMEL Industrie, azienda promotrice e unico sostenitore del Premio.
Romberg Interessi Personali
Percepibili Evanescenze
Rosy Losito finalista Premio Giuseppe Casciaro
Rosy Losito finalista Premio Giuseppe Casciaro 2022 - V Edizione
Palazzo Rizzelli - Ortelle (LE)
1-11 Settembre 2022
Il Sogno del Latte
Il Sogno del Latte
Sulla scorta di un bellissimo titolo che introduce l’ultima Biennale di Venezia - dove il territorio del femminile si amplifica in una forma etnografica sorprendente - volevamo riflettere sulle conseguenze morali di quella frase, sul valore generativo che un titolo produce nella sua onda esogena. Il Latte dei Sogni è così diventato Il Sogno del Latte, quasi a ripartire dal primo desiderio di ogni mammifero terrestre, da quell’istante spontaneo in cui il latte introduce i neonati a godersi l’unica dipendenza vitale nei confronti di un altro essere. Il latte come desiderio innato e purissimo, primo carburante del nostro motore, introduzione liquida ad un rituale - l’alimentazione - che plasmerà le azioni e abitudini future, i processi di acquisizione e sedimentazione, l’intero nostro modo di abitare il mondo.
Lightness
Floats
Floats a cura di Italo Bergantini e Fiorenza Gnessi
Palazzo Pisani Revedin - Venezia - 18 dicembre 2021 - 31 marzo 2022
artisti in mostra
Jonathan Di Furia, Giorgio Galli, Rosy Losito, Svetlana Ostapovici
Mutevoli Confini
Mutevoli Confini a cura di Laura Cianfarani e Vincenzo Scozzarella
Temporary Art Civico 12 - Latina - 10 giugno - 10 luglio 2021
Tra cielo e terra, astratto e figurativo, mondo onirico e reale, trovano spazio i Mutevoli confini, preponderanti nelle dimensioni tangibili eppure docili nel denudarsi allo spettatore. E’ il sogno di un cangiantismo cromatico svelato dalla luce evanescente, un velo che si apre su un universo che è insieme concreto e illusorio, un luogo immaginario e misterioso, specchio dell’imprevedibilità delle leggi del cosmo, della natura sfuggevole delle emozioni, gestite, però, da una costante che è la profondità dello spazio e il suo carattere fluido, fatto di un liquido amniotico in cui è possibile rifugiarsi ogni qual volta se ne avverta il bisogno. In questo mondo parallelo, elogio del qui ed ora, riesce a convivere in modo armonico anche il passato, ascoltato, accolto ed elaborato sino a coesistere con il presente. Ciò che fu, grazie al ruolo consapevole della memoria, ha trovato la sua autentica collocazione nel ricordo che s’intravede in lontananza, in un gioco di vedo/non vedo ottenuto grazie alla luce eterea. Gli archetipi di ricerca cognitiva e sfera inconscia si ricongiungono nella creazione artistica, resa posto sicuro e salvifico dal fluido primordiale. In questo sodalizio s’inserisce anche la materia, contraltare del cromatismo onirico, attraverso colori vividi e caldi da cui prende vita la terra. Si svela, qui, la natura tattile ed emozionale della ricerca artistica, la costruzione ludica di un luogo immaginario, dove la composizione acquisisce vita in superficie e, sposandosi con la profondità spirituale del liquido portatore di vita, apre lo sguardo alla dimensione interiore dell’artista, all’introspezione che, se trattata con amorevole cura, approda alla quiete, all’armonia tra macro e microcosmo, tra l’inconscio e la ratio.
Laura Cianfarani
Human Rights? @Work
Human Rights? @Work a cura di Roberto Ronca
Fondazione Opera Campana dei Caduti - Rovereto, 5 giugno 5 ottobre 2021
8Small - Small Size Art
8Small - Small Size Art a cura di Ersilia Sarrecchia
LaranarossaGallery - Modena
19 dicembre 2020 6 gennaio 2021
artisti in mostra:
Martina Dalla Stella, Rosy Losito, Sara Lovari, Alessandro Monti, Chiara Npolitano, Francesca Piovan, Danilo Santinelli, Ersilia Sarrecchia, Tina Sgro, Cetti Tumminia, Alberto Zecchini
Nido - Atto Unico
Nido - Atto Unico, Gate 11
Introducono Vincenzo Scozzarella e Antonio Fontana
Il duo Gate11 formato dalle artiste Rosy Losito & Paola Repele, nasce nel 2018, dal comune desiderio di far incontrare e dialogare le due forme d'arte nella quale si esprimono, pittura e musica, attraverso il linguaggio delle sinestesie
Il Silenzio dell'Inchiostro
Il Silenzio dell'Inchiostro - Il libro d'artista nell'arte visiva contemporanea a cura di Antonio Fontana e Vincenzo Scozzarella - Museo delle Scritture Aldo Manuzio - 22 dicembre 2018
Artisti in mostra:
Omero Angerame, Tony Bellucci, Mario Boldrini, Antonella Capponi, Cristiano Corbucci, Rosy Losito, Maria Marinelli, Luigi Menichelli, Stefano Mosena, Valerio Niccacci, Marilena Scavizzi, Luciano Tittarelli, Angelo Tozzi, Carla Viparelli
Il Segno Riflesso
Il Segno Riflesso a cura di Elena Damiani e Vincenzo Scozzarella
Museo dell'Abbazia di Valvisciolo - 12 ottobre 9 novembre 2018
In latino la parola “reflectere” significa volgersi indietro, come la luce, che colpendo uno specchio si ripiega su se stessa e riporta l’immagine di ciò che vi si pone di fronte, o come la mente umana, che medita sull’io individuale per restituire un’interpretazione più complessa e profonda della realtà. L’ultima produzione di Rosy Losito è il prodotto di un riflesso/riflessione: l’opera diventa superficie in cui l’artista proietta esternamente il suo passato artistico, personale, emozionale e lo esorcizza con la ponderatezza e serenità propria di una catarsi maturata dopo un lungo percorso di vita. Lo specchio, superata la più generale concezione artistica di strumento tecnico per l’indagine del rapporto tra spazio fisico, dipinto e percepito, qui è vera e propria figura, dialogante con gli altri personaggi emersi dalla dimensione dell’inconscio, e al contempo si identifica col supporto, un foglio di carta poliestere aggettante dalla cornice, a simulare il getto di una fontana in cui guardare attraverso e riflettersi. L’acqua, citazione allegorica della pianura pontina – che da questo elemento è dominata – vuole sottolineare il ruolo positivo del trasferimento di Rosy Losito a Latina per l’evoluzione del proprio linguaggio, la cui volontà espressiva, però, è sempre ed esclusivamente simboleggiata dall’impiego dello sgrif, scrittura spirituale, irrazionale, fatta di ideogrammi evocanti frammenti archeologici antichi, implicito richiamo alle sue origini pugliesi. Il primitivismo, l’astrazione geometrica, il figurativismo e la trasparenza espressiva proprie della prima produzione dell’artista non vengono assolutamente rinnegate, bensì sono rielaborate fino a rag-giungere un livello altissimo di sintesi formale e concettuale: il modello cezanniano, da sempre ammira-to, in queste carte viene definitivamente assimilato in termini teorici poiché, come il pittore provenzale, Rosy Losito riesce finalmente a ridurre tutta la sua interiorità in una pennellata densa, graffiata di eloquente colore e ad abbandonare la propria gabbia fisica e mentale – la rete spesso presente nei suoi la-vori scultorei, le abnegazioni, i limiti della ragione – per lasciarsi andare felicemente in una libera e tota-le accettazione di se. Elena Damiani