Il Segno Riflesso
Il Segno Riflesso a cura di Elena Damiani e Vincenzo Scozzarella
Museo dell'Abbazia di Valvisciolo - 12 ottobre 9 novembre 2018
In latino la parola “reflectere” significa volgersi indietro, come la luce, che colpendo uno specchio si ripiega su se stessa e riporta l’immagine di ciò che vi si pone di fronte, o come la mente umana, che medita sull’io individuale per restituire un’interpretazione più complessa e profonda della realtà. L’ultima produzione di Rosy Losito è il prodotto di un riflesso/riflessione: l’opera diventa superficie in cui l’artista proietta esternamente il suo passato artistico, personale, emozionale e lo esorcizza con la ponderatezza e serenità propria di una catarsi maturata dopo un lungo percorso di vita. Lo specchio, superata la più generale concezione artistica di strumento tecnico per l’indagine del rapporto tra spazio fisico, dipinto e percepito, qui è vera e propria figura, dialogante con gli altri personaggi emersi dalla dimensione dell’inconscio, e al contempo si identifica col supporto, un foglio di carta poliestere aggettante dalla cornice, a simulare il getto di una fontana in cui guardare attraverso e riflettersi. L’acqua, citazione allegorica della pianura pontina – che da questo elemento è dominata – vuole sottolineare il ruolo positivo del trasferimento di Rosy Losito a Latina per l’evoluzione del proprio linguaggio, la cui volontà espressiva, però, è sempre ed esclusivamente simboleggiata dall’impiego dello sgrif, scrittura spirituale, irrazionale, fatta di ideogrammi evocanti frammenti archeologici antichi, implicito richiamo alle sue origini pugliesi. Il primitivismo, l’astrazione geometrica, il figurativismo e la trasparenza espressiva proprie della prima produzione dell’artista non vengono assolutamente rinnegate, bensì sono rielaborate fino a rag-giungere un livello altissimo di sintesi formale e concettuale: il modello cezanniano, da sempre ammira-to, in queste carte viene definitivamente assimilato in termini teorici poiché, come il pittore provenzale, Rosy Losito riesce finalmente a ridurre tutta la sua interiorità in una pennellata densa, graffiata di eloquente colore e ad abbandonare la propria gabbia fisica e mentale – la rete spesso presente nei suoi la-vori scultorei, le abnegazioni, i limiti della ragione – per lasciarsi andare felicemente in una libera e tota-le accettazione di se. Elena Damiani